Al parco di Rignaldello sono venuti alla luce tre cigni
La vita rinasce al parco comunale di Rignaldello, dove sono venuti alla luce tre cigni, tra lo stupore dei bambini e dei genitori che stamattina frequentavano l’area naturalistica alle porte di Città di Castello. Delle quattro uova deposte nel nido sull’isolotto del lago da mamma Gisella, per la gioia di papà Checco, stamattina se ne erano schiuse solo tre.
La speranza è che dall’ultimo guscio rimasto integro possa uscire l’ultimo cigno della covata.
Per il parco di Rignaldello la nascita di altri tre cigni rinnova una consuetudine consolidata, fatta di parti emozionanti tra le acque del lago, a dispetto dell’inevitabile ricambio generazionale degli abitanti dell’area naturalistica, della quale resta indimenticabile simbolo Checco, il cigno mascotte del parco, morto due anni fa e primo occupante dell’area verde.
«Nell’anno del Covid-19, il 2020, non era nato alcun cigno, per cui è un segnale davvero beneaugurante quello che arriva da uno dei luoghi più belli della città, conosciuto e amato dai tifernati come ‘parco dei cigni’ proprio per la suggestiva presenza da diversi decenni di questi animali, che sono motivo di attrazione e una piacevole compagnia per grandi e piccoli», commenta l’assessore Massimo Massetti, tra i primi a godersi lo spettacolo insieme ai responsabili della sezione di Città di Castello dell’Arci Caccia, che gestisce in convenzione da oltre vent’anni l’area verde comunale, il presidente Luigi Falleri e il consigliere Alberto Alunni.
«Veder nascere dei cigni ci rende felici, perché testimonia che i lavori di riqualificazione che abbiamo curato costantemente, anche negli ultimi anni, sono riusciti a mantenere intatto e migliorare l’habitat naturalistico dell’area, che è popolata da diverse specie animali, soprattutto lacustri», sottolinea Massetti, nel ringraziare i componenti dell’Arci Caccia «per la cura appassionata e attenta che assicurano al parco».
«Abbiamo chiamato Checco anche l’ultimo cigno maschio arrivato nel parco, che oggi è diventato padre per la prima volta – spiega il presidente dell’Arci Caccia Falleri – per cui viviamo davvero una grandissima emozione per la vita che torna in questa magnifica area, nel ricordo del suo primo ospite che venne portato qui trent’anni fa, dopo essere stato rinvenuto ferito lungo la superstrada E45». «Speriamo che tanti bambini vengano a vedere i piccoli che sono venuti alla luce, perché è un vero spettacolo», conclude Falleri.
Il parco comunale di Rignaldello:situato lungo la sponda sinistra del fiume Tevere, nei pressi del quartiere di Rignaldello, appena fuori le mura della città, è stato realizzato dall’amministrazione comunale negli anni ’90 sotto la progettazione e l’attenta direzione del dottor Marco Bani, biologo, ambientalista, oltre che speleologo. L’area è nota come “parco dei cigni”, per la presenza di questi animali da circa 30 anni. Il primo esemplare venne trovato lungo la supestrada E45 e, dopo essere stato curato con l’aiuto di un veterinario, fu introdotto nel parco. Nell’ambito della riqualificazione dell’asta del Tevere da parte del comune di Città di Castello, il parco ambientale di Rignaldello nel 2016 è stato interessato da un profondo restyling del lago, dell’area attrezzata per il gioco, dei percorsi, degli spazi verdi e degli ingressi. Un impianto di fitodepurazione garantisce la filtrazione e, dunque, la pulizia delle acque del lago, dove vivono cigni, ma anche specie migratorie, come i germani, pesci d’acqua dolce e tartarughe. L’area offre anche esperienze ambientali innovative grazie a cinque aree tematiche (percorso sensoriale, lettini aromatici, accampamento indiano, area lettura e percorso per la caccia alle impronte) e un centro servizi ambientale con materiale informativo e pubblicazioni a carattere divulgativo per scuole, associazioni e turisti.