Eolico: associazioni e comitati contro il sindaco di Badia Tedalda

“Nelle casse del Comune entrerà quasi un milione di euro dopo l’attivazione dei progetti”, ha detto Santucci. E i contrari alle pale alte 200 metri cominciano a preoccuparsi

20 Giugno 2024
eolico badia tedalda

Una dichiarazione alla stampa del sindaco di Badia Tedalda scatena per l’ennesima volta le associazioni contrarie all’allestimento del parco eolico sui crinali dell’Appennino. “Tra pochi giorni, la Regione Toscana approverà il progetto di Badia del Vento e un milione di euro entrerà nelle casse comunali”, aveva detto Alberto Santucci. Le sezioni di Arezzo, Firenze e Valmarecchia, quelle del Wwf di Rimini e Forlì-Cesena, Mountain Wilderness Italia, Club Alpino della Toscana e le associazioni “I Cammini di Francesco in Toscana”, “D’la dè Foss” (Al di là del Fosso) e “Altura” sono letteralmente insorte, esprimendo tutta la loro preoccupazione per quanto affermato dal primo cittadino su un’operazione che prevede l’installazione di sette pale alte quasi 200 metri al confine con il Comune romagnolo di Casteldelci (Rimini).

Nel parlare della sostanziosa entrata, lo stesso Santucci ha fatto poi riferimento alla convenzione con i progettisti per le misure compensative a beneficio del Comune, pari al 3% del fatturato. La Regione Toscana, che si sarebbe dovuta esprimere in aprile, ha più volte posticipato la riunione della conferenza dei servizi per la mancanza di una posizione univoca, né vi sono ancora date sulle nuove convocazioni. “Tutt’altro – si legge nella nota congiunta – sul sito della Regione Toscana sono pubblicati gli innumerevoli pareri rilasciati da associazioni, geologi, istituzioni ed enti pubblici per gli impatti non mitigabili sul paesaggio, sulle aree naturali protette, sull’avifauna, sull’ambiente e sull’elevato rischio di dissesto idrogeologico: pareri di incompatibilità sono stati più volte avanzati dalla Regione Emilia Romagna, dalle Province di Rimini e di Forlì-Cesena, dal Comune di Casteldelci, dall’Unione Comuni della Valmarecchia, dalle soprintendenze romagnole e toscane, dal parco interregionale del Sasso Simone e Simoncello e, da ultimo, dallo stesso settore della Tutela della Natura e del Mare della Regione Toscana. Nonostante tutto questo, apprendiamo con grande stupore e sgomento le dichiarazioni del sindaco Santucci, che parla di introiti da usare per strade, scuole e acquisto di ruderi da rivendere “per pochi euro” a chi volesse stabilirvisi, in contrasto con le specifiche norme che regolamentano i luoghi e le modalità con cui possono essere definite le misure compensative”.

Le associazioni in questione auspicano che, in sede di conferenza dei servizi, la Regione Toscana prenda in considerazione gli innumerevoli pareri negativi e le necessità di salvaguardia della Valtiberina e dei vicini di casa della Valmarecchia senza adottare atteggiamenti di prevaricazione nei confronti degli enti e delle amministrazioni della Regione Emilia Romagna, che hanno espresso in modo compatto e inequivocabile giudizi di incompatibilità ambientale e paesaggistica.

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“Nelle casse del Comune entrerà quasi un milione di euro dopo l’attivazione dei progetti”, ha detto Santucci. E i contrari alle pale alte 200 metri cominciano a preoccuparsi