Sopralluogo a Palazzo Vitelli: Castello Cambia interviene e chiede un'operazione verità sul passato e sul futuro
Dopo la visita del Consiglio comunale a Palazzo Vitelli a San Giacomo organizzata sabato 19 maggio, Castello Cambia chiede risposte sull’apertura della nuova Biblioteca, sui costi e in particolare sull’esistenza di un progetto di utilizzo di questo Palazzo. Ecco quanto sostenuto dal gruppo consiliare Castello Cambia:
“La visita presso Palazzo Vitelli a S. Giacomo, organizzata sabato 19 maggio dall’amministrazione comunale che ha deciso di mostrare i lavori di recupero e restauro dell’immobile a cantiere ancora aperto, è stata particolarmente gradita a chi, come noi, da tempo ha richiamato l’attenzione sullo stabile, chiedendo conto degli avanzamenti dei lavori, dei tempi, dei costi e dei molti, diremmo troppi, annunci che si sono susseguiti in questi decenni. Annunci bruscamente arrestatisi con la delibera ANAC dell’agosto 2017, che, malgrado i pesanti rilievi procedurali, nessuno dell’amministrazione ha voluto commentare. Bene, la visita ha permesso di vedere ciò che si è fatto di buono recuperando e conservando la bellezza strutturale e architettonica di un sontuoso palazzo del ‘500, che, a dispetto delle tante destinazioni d’uso nel corso degli anni, ha conservato notevoli pregi stilistici e artistici, seppur di ancora non certa fattura. Ma la spontanea ammirazione per le bellezze recuperate non può comunque nascondere i lunghissimi lavori, ormai trentennali, neppure ultimati, e le tante domande che sorgono spontanee. Questa “operazione trasparenza”, cui è stato demandato il compito di far dimenticare i ritardi e zittire ulteriori critiche, necessita di essere condotta fino in fondo e, per far ritrovare alla giunta Bacchetta una qualche credibilità, dovrebbe essere accompagnata da una bella “operazione verità” in cui si dicano finalmente tutte le cifre e i numeri che accompagnano la sede della nuova biblioteca cittadina; quanti milioni di euro o miliardi delle vecchie lire (moneta degli inizi dei lavori) ci è costata in totale? Quanti soldi se ne sono andati in incarichi trentennali, consulenze, varianti? Quanti e quali contenziosi sono ancora in corso? Qual è il progetto di manutenzione di uno stabile immenso e quali costi sono previsti? Qual è la data certa per la riapertura della Biblioteca? Accanto a queste domande spicciole, magari non all’altezza della magnificenza signorile del Palazzo e di chi se ne è occupato in questi trenta anni, ma di certo molto vicine alle tasche e agli interessi dei cittadini, aggiungiamo ulteriori considerazioni: esiste un progetto complessivo di utilizzo di quello che pomposamente qualcuno ha ribattezzato Palazzo della Cultura? Rileviamo infatti, sempre da profani quali siamo, che le enormi cubature, le numerose stanze, i tre piani (più un ultimo non ancora visitabile) sembrano addirittura sovrabbondanti rispetto alla biblioteca moderna o “avveniristica” annunciata, e avranno degli esorbitanti costi di gestione che solo un importante, complesso ed efficiente progetto capace di guardare alla cultura come fonte di guadagno e di resa, oltre che di doveroso servizio, può rendere economicamente sostenibile. Attendiamo risposte e precisazioni in merito alle prospettive di programmazione, perché la partita sul Palazzo della Cultura tifernate è appena cominciata”.