A Milano ricostruito il Polittico degli Agostiniani di Piero della Francesca
Il progetto del Museo Poldi Pezzoli e le ricadute su Sansepolcro
Il polittico di Piero della Francesca all’interno dell’antica chiesa di Sant’Agostino (rendering di Giorgio Guazzini)
Sono trascorsi 555 anni da quando Piero della Francesca iniziò a lavorare ad una delle sue opere più complesse ed importanti: il Polittico di Sant’Agostino, realizzato a Sansepolcro per l’altare centrale di quella che allora era l’omonima chiesa e che poi, dal 1555 in poi, è diventata Santa Chiara. Proprio dopo tale cambio di denominazione e il trasferimento degli agostiniani nel complesso dell’attuale chiesa di Sant’Agostino, disposto per lasciare spazio alle clarisse, il dipinto fu dapprima relegato in una posizione di scarsa visibilità e poi smembrato.
Per diversi secoli si sono così perse le tracce delle varie tavole, anche se è probabile che nella prima metà dell’Ottocento queste potessero trovarsi a Milano. In seguito le componenti del polittico furono immesse singolarmente nel mercato dell'antiquariato, portando così al suo definitivo smembramento: di fatto oggi i dipinti sopravvissuti soltanto otto, custoditi in alcuni musei di diversi paesi del mondo. Il progetto del museo Poldi Pezzoli è quindi riuscito, per la prima volta, nell’impresa di rimettere assieme tutti i pezzi superstiti e conosciuti che un tempo componevano il celebre polittico. Dal 20 marzo fino al 24 giugno a Milano saranno visibili, una accanto all’altra, le seguenti opere principali:
- San Nicola da Tolentino, già presente al Poldi Pezzoli;
- Sant’Agostino, prestato dal Museu Nacional de Arte Antiga di Lisbona;
- San Michele Arcangelo, prestato dalla National Gallery di Londra;
- San Giovanni Evangelista, prestato dalla Frick Collection di New York.
Oltre a queste saranno presenti anche alcune altre tavole più piccole un tempo collocate nella predella (o nella parte superiore), come la Crocifissione, Santa Monica e San Leonardo arrivate sempre dalla Fick Collection, e Sant’Apollonia dalla National Gallery of Art di Washington. Pur rimanendo inevitabilmente dei vuoti, come quello della pala centrale, causati dalla perdita di alcune componenti, la ricostruzione del Poldi Pezzoli è la più completa che sia stata fatta finora: in passato c’erano stati dei tentativi, l’ultimo dei quali risale al 2018, quando alla mostra su Piero della Francesca realizzata dall’Ermitage di San Pietroburgo (a cui peraltro partecipò anche il Museo Civico di Sansepolcro con l’invio del San Giuliano e del San Ludovico), anche se in quell’occasione furono riunite soltanto tre delle opere principali.
La mostra che si accingere ad aprire i battenti richiamerà dunque l'attenzione degli studiosi e degli amanti dell’arte di tutto il pianeta; di conseguenza, seppur in maniera indiretta, questo importante evento farà parlare anche del luogo dove e per il quale il polittico fu realizzato, ovvero Sansepolcro. Il progetto milanese, corredato da studi e analisi diagnostiche non invasive, potrebbe favorire un ritorno di attenzione anche sullo spazio dell’antica chiesa di Sant’Agostino e su come questa poteva apparire al suo interno, con le opere di Piero della Francesca (si ricorda che è proprio nella stessa che nel 1954 fu rinvenuto l'affresco del San Giuliano) e di altri artisti: oltre ad essere un luogo di culto, sin dalla sua fondazione – collocabile verso la fine XIII secolo – tale spazio ha, per almeno due secoli, polarizzato buona parte della vita culturale e artistica di Sansepolcro (in merito a ciò si suggerisce il seguente volume: G. Guazzini, La chiesa degli agostiniani a Sansepolcro, Ed. Pliniana, San Giustino, 2020).
In definitiva, seppur a distanza, la mostra di Milano riuscirà senz’altro a raccogliere l’attenzione dei concittadini di Piero, i quali potranno eventualmente decidere di precorrere poco meno di 400 km per ammirare un eccezionale concentrato d’arte che il tempo ha in parte disperso e rarefatto; una splendida pagina di Storia dell’Arte nata a Sansepolcro che forse è legittimo sognare che un giorno possa, ancorché in maniera temporanea, tornate ad essere letta ed apprezzata anche nel luogo per il quale questa fu concepita e realizzata.