Lingiardi: “Donare è difficile perché le nostre personalità sono sofferenti”

A Pieve Santo Stefano il noto psicanalista ha dialogato con Giovanna Zucconi

Il dono, tema centrale dell’edizione 2024 del Festival dei Cammini di Francesco, è stato declinato dal punto di vista della psicanalisi dal professor Vittorio Lingiardi, docente della Sapienza, che a Pieve Santo Stefano ha conversato con la giornalista Giovanna Zucconi.

Per Lingiardi dono è una parola che “ha dei livelli di significato infiniti, ma se devo pensarci rudimentalmente mi viene in mente dare qualche cosa di sé, che può essere un oggetto ma non necessariamente, senza l’attesa di una restituzione gratificante”. Pertanto “è difficilissimo donare perché è un po’ antagonistico rispetto all’attenzione verso sé stessi”.

Lo psicanalista ha anche parlato di quello che ha definito il sistema io-tu-noi: “Per vivere con consapevolezza l’esperienza del donare bisogna sapersi muovere in tre livelli di convivenza”, ha detto. “La prima convivenza è quella con sé stessi, poi quella con un altro e quella nella comunità, in un sistema che si ripete circolarmente perché dal noi si torna all’io, ed è un esercizio costante di cui la parola dono potrebbe essere una delle stelle polari”.

Sollecitato dall’interlocutrice, Lingiardi ha poi toccato il tema dell’inconscio, “un posto egoistissimo che si preoccupa della soddisfazione dei suoi bisogni e dei suoi desideri”, mentre il dono “ha forse più a che fare con la personalità, che ha una componente biologica, il temperamento, e un aspetto legato al contesto di affetti, relazioni, cultura, dalla famiglia alla società, che formano sul piano psicologico e caratteriale. Se questa combinazione complessa”, ha ipotizzato lo psicanalista, “si organizza in modo tale che riesci un luogo di pace, non di superiorità e non di inferiorità ma di equilibrio, di salute narcisistica, lì si può avere la possibilità di fare un’esperienza di dono”. Che è rara “perché le nostre personalità sono tutte sofferenti”.