Negli ultimi mesi attorno alla questione dei PFAS si sta creando sempre più attenzione. Questo sta avvenendo non soltanto in molte parti d’Italia, ma anche in altri paesi occidentali in cui si è recentemente scoperto che tali composti chimici avrebbero già inquinato diversi corsi d’acqua. I PFAS sono sostanze sintetiche altamente fluorurate che vengono normalmente adoperate per la produzione di materiali che devono resistere al calore e all’acqua; per diversi decenni se ne è fatto un uso piuttosto massiccio, poi da qualche tempo si è scoperto che i residui di tali sostanze si accumulano, senza essere smaltiti, negli organismi viventi, quindi anche nell’uomo. Proprio su quest’ultimo gli effetti negativi che certe molecole possono produrre nella salute sono ormai ritenuti certi: aumento del colesterolo, diabete, problemi alla tiroide, danni al fegato e al sistema immunitario, fino all’insorgere di alcune forme tumorali.
Dopo le analisi effettuate di recente in tutto il continente europeo, tra le quali si ricorda l’iniziativa denominata “Forever Pollution Project”, è emerso che il problema dei PFAS riguarda i corsi d’acqua di moltissime zone, persino quelli di aree ancora considerate pressoché incontaminate. Da qualche mese si è del resto appreso che, in qualche modo, anche la Valtiberina potrebbe rientrare in questo tipo di casistica, dato che – secondo l’indagine sopra citata – anche nella fauna ittica di un torrente come il Cerfone, che dal valico della Foce scorre verso il Tevere attraversando Monterchi, sono state rinvenute tracce significative di PFOS (una sottocategoria di PFAS).
In un momento storico in cui si sta prendendo consapevolezza su questo problema, quest’ultimo dato ha probabilmente contribuito a portare la questione PFAS nei consigli comunali di Sansepolcro e Anghiari. Nella città pierfrancescana lo scorso 29 ottobre è infatti stata discussa una mozione per chiedere maggiori controlli sull’acqua potabile distribuita da Nuove Acque: il documento, presentato da Filippo Polcri, consigliere del gruppo “PD-In Comune”, è stato approvato all’unanimità, dando così mandato al Sindaco di interfacciarsi sia con il gestore del servizio idrico, che con gli altri enti preposti affinché i dati relativi ai campioni analizzati possano essere di pubblico dominio.
Dopo Sansepolcro è stata poi la volta di Anghiari: qui, durante l’ultimo consiglio comunale del 20 novembre, è stato il consigliere Mario Checcaglini a presentare, a nome dei gruppi di “Anghiari Unita” e “Patto Civico”, una mozione analoga a quella approvata precedentemente a Sansepolcro. Anche in questo caso, seppur con qualche modifica, l’atto è stato approvato all’unanimità: in conseguenza di ciò il sindaco Alessandro Polcri ha quindi espresso la volontà di volersi confrontare con il primo cittadino di Sansepolcro, così da poter dare congiuntamente concretezza alla mozione approvata.
Attraverso la discussione delle mozioni anche la Valtiberina si è quindi aggiunta alla crescente lista di territori in cui il tema dei PFAS ha iniziato a essere dibattuto dalle istituzioni locali. In questi mesi documenti simili a quelli approvati a Sansepolcro e Anghiari sono stati votati anche da altri consigli comunali un po’ in tutta la Toscana. A favorire queste iniziative è certamente stato il lavoro effettuato dalle tante associazioni che ad aprile avevano sottoscritto l’appello per richiedere maggiori controlli a livello regionale. Oltre a quello di promuovere un maggior monitoraggio delle acque, l’obiettivo di fondo di questa azione è, evidentemente, anche quello di spronare il Governo affinché si arrivi a una normativa che possa stabile una soglia massima di tolleranza di certe sostanze: al momento, infatti, nonostante le comprovate implicazioni sulla salute umana, sui PFAS manca totalmente una regolamentazione.
