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In un convegno i problemi ambientali legati a Montedoglio

Illustrate a Pieve criticità e misure necessarie per l'ecosistema dell'invaso

La relazione del dottor Gonnelli durante la conferenza al teatro Papini

Si è svolto nella mattinata di ieri, 7 maggio, al teatro Giovanni Papini di Pieve Santo Stefano il convegno intitolato Problemi ambientali nell’Alto Tevere e correlazioni con il grande invaso di Montedoglio. Le relazioni tecniche sono state aperte dal professor Adriano Gradi, già sindaco di Pieve e docente di selvicoltura, la cui dettagliata relazione si è incentrata sul ruolo idrogeologico della foresta e delle sistemazioni idrauliche. Gradi ha evidenziato lo stretto legame tra l’ecosistema di Montedoglio e “la funzionalità della foresta, la manutenzione di opere idrauliche abbandonate e la riduzione dell’erosione e quindi dell’interrimento precoce del lago”, individuando nello specifico una serie di lavori urgenti: il “ripristino delle opere idrauliche danneggiate e la costruzione di una o due briglie sul Tevere per la trattenuta di materia solida”; il “rilevamento della rete idrica e dei profili degli alvei dei principali affluenti”; la “realizzazione di adeguate opere idrauliche capillari ad integrazione di quelle esistenti, tese al consolidamento degli alvei e alla riduzione della portata solida”; il “censimento delle superfici soggette ad erosioni, smottamenti e frane”; e un “piano di gestione del patrimonio forestale con razionali interventi selvicolturali su base naturalistica, compresa la sostituzione delle specie provvisorie con quelle definitive”.

L'intervento del professor Adriano Gradi

A seguire è intervenuto il dottor Vincenzo Gonnelli, che ha preso spunto da una delibera del consiglio comunale del 1866 per ripercorrere la storia e le cause delle frequenti alluvioni che hanno interessato Pieve Santo Stefano. Gonnelli ha quindi elencato alcuni interventi necessari a scongiurare il ripetersi di episodi analoghi, riepilogando ai microfoni di TTV.it che le misure più importanti ed urgenti sono “l’attuazione di piani di manutenzione ordinaria e straordinaria delle opere di difesa idraulica presenti sul fiume Tevere e sui maggiori affluenti; la predisposizione di un piano di sicurezza idraulica su Pieve Santo Stefano che permetta di gestire in modo automatico il deposito solido che si ferma nel tratto del centro abitato e che va a diminuire la sezione idraulica dei ponti; la redazione di uno studio di gestione idraulica e di sistemazione di tutto il bacino che sia fatto con chiavi moderne, tenendo conto anche che i cambiamenti climatici ci portano piogge sempre più violente ed importanti”.

È stata quindi la volta del dottor Claudio Nocentini, che si è soffermato sul tema della gestione del patrimonio forestale pubblico e privato in Valtiberina. A chiudere la conferenza – che ha visto la presenza del presidente dell’Eaut Domenico Caprini, di rappresentanti del consiglio regionale, della provincia e di vari comuni del territorio – è stato il sindaco di Pieve Santo Stefano Claudio Marcelli, che ha ribadito che “le problematiche legate a Montedoglio non sono solo a sud del lago ma sono anche a nord. Compito degli amministratori – ha detto Marcelli – è tradurre le indicazioni emerse stamani in richieste specifiche alla Regione e al Ministero dell’agricoltura. Non abbiamo bisogno di chissà quali importi per chissà quale motivo, abbiamo bisogno di attenzione al territorio e di poter costruire intorno a questo lago un minimo di servizi, a compensazione di ciò che questa valle ha regalato a tutti gli altri”.

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