Sempre più complicata e tormentata la gestione del ciclo dei rifiuti nell’aretino: sotto accusa ancora una volta è la società Sei Toscana, gestore di questo comparto delicato, a dimostrazione di quanto i rifiuti siano un business enorme, che si presta alle più svariate speculazioni, sempre a scapito della trasparenza, dei diritti e della qualità del servizio reso ai cittadini-utenti. Questa volta e il sindacato Cisl aretino a chiedere con forza un chiarimento importante, che riguarda principalmente il personale impiegato da Sei Toscana. Il sindacato vuol sapere con esattezza quanti e quali lavoratori sono coinvolti e se le finalità sono quelle previste dal Contratto di Servizio, del Codice Appalti, delle direttive Anac, sempre nel rispetto della legge 381/1991 che regolamenta l’utilizzo delle cooperative sociali di tipo B. del resto la situazione è allarmante: negli ultimi giorni vari comuni, a cominciare da quello di Arezzo, hanno denunciato il degrado del servizio legato alla nuova modalità di utilizzo del personale delle cooperative sociali di tipo B. E dunque la Cisl aretina, come ha sottolineato la segretaria territoriale Silvia Russo, dichiara che senza trasparenza non può assolutamente accettare una modalità nascosta di dumping contrattuale, in cui si ritiene di effettuare risparmi speculando sull’uso di forme contrattuali diverse da quella prevista per i lavoratori diretti e indiretti con l’unico contratto applicabile ovvero il CCNL Utilitalia. E quindi vanno chiariti gli ambiti in cui queste cooperative vengono utilizzate, le caratterizzazioni e i profili economici dei servizi affidati e quelli del personale impiegato. La Cisl chiede che SEI Toscana fornisca quanto prima i dati delle esternalizzazioni in merito al numero degli operatori, dei comuni e dei servizi interessati. Ma deve anche informare la RSU e le OO.SS relativamente allo stato di avanzamento delle procedure di appalto in corso. E ci sono anche altre richieste, come definire i tempi della durata dell’affidamento dei suddetti servizi alle cooperative nei diversi territori; il rispetto delle normative e delle percentuali previste a termini di legge in materia di inclusione sociale. Infine il contratto applicato ai lavoratori impiegati nello svolgimento dei servizi pubblici essenziali dev’essere quello di riferimento, ovvero Utilitalia, sia per quanto riguarda il personale diretto che indiretto, sia esso assunto a tempo determinato che indeterminato.