«La chiusura delle scuole di ogni ordine e grado nelle zone rosse con provvedimento regionale non consente ai genitori di ottenere i congedi familiari previsti, necessari per far fronte al periodo di chiusura. E appare assolutamente tardivo l’annuncio della presidente Tesei di voler chiedere aiuto al governo nazionale per ottenere ulteriori risorse economiche».
Ad affermarlo in una nota sono i sindacati Cgil, Cisl e Uil dell’Umbria che rimarcano come la chiusura delle scuole abbia creato e stia creando seri problemi alle famiglie, oltre che ai ragazzi, costretti ad un anno scolastico che procede a singhiozzo, a causa dei provvedimenti più restrittivi rispetto alla decretazione nazionale. «Provvedimenti che – ricordano Cgil, Cisl e Uil – non sono mai stati concordati con le parti sociali, ma soltanto comunicati. Ci stupisce il silenzio dell’assessora Agabiti, che non ha mai risposto alle nostre numerose richieste di incontro urgenti, proprio per evitare quanto sta accadendo».
«Ad oggi – continuano le tre sigle sindacali – l’unico strumento a disposizione delle famiglie previsto è costituito dal congedo straordinario per i genitori in caso di sospensione dell’attività didattica in presenza per le sole scuole secondarie di primo grado, a seguito di ordinanza del Ministro della Salute. Le zone rosse infatti prevedono che la sospensione dell’attività didattica in presenza debba riguardare soltanto le scuole superiori di secondo grado e le seconde e terze classi delle scuole secondarie di primo grado. Ma in Umbria si è chiuso tutto. Ci chiediamo – concludono i tre sindacati umbri – come si possano prendere provvedimenti che impattano così pesantemente sull’organizzazione delle famiglie e del lavoro, senza preoccuparsi di trovare gli strumenti utili per non mettere le persone in ulteriore difficoltà».