La Toscana dei cammini, quella da attraversare in modo lento, a piedi o in bici, per assaporarla nella sua complessità e molteplicità di offerte, ha fatto a Firenze un bilancio di cinque anni di lavoro. E su quanto ancora resta da fare. Via Francigena, Via Romea Germanica, Via Romea Strata, Via degli Dei, Via Lauretana, Via del Volto Santo e naturalmente Cammini di Francesco: una fitta trama da sviluppare e completare per offrire al turista un’esperienza in quei luoghi meno battuti e che cercano di riconquistare una propria centralità. Al proposito l’assessore toscano al turismo Stefano Ciuoffo in una nota ricorda che “in questi anni il turismo lento è diventato nell’immaginario collettivo e nei mercati, soprattutto europei, l’offerta di maggior qualità e la più ricercata”. E la Regione assieme ai territori sta costruendo una proposta di turismo lento strutturata, che sia in grado di “aiutare a far riconquistare centralità a tante aree, trasformate e spesso stravolte dallo spostamento di flussi di persone e di economie”. I cammini in questo possono costituire un punto di partenza e le risposte positive ottenute da parte di chi presidia i territori (sindaci, aziende, associazioni), fanno ben sperare. Anche dall’assessore regionale a infrastrutture e trasporti Vincenzo Ceccarelli è giunta una riflessione sull’argomento. Secondo lui la prospettiva è quella di “una rete escursionistica che dia la possibilità ai turisti che vogliono scoprire gli angoli più nascosti e meno frequentati delle aree interne, di poterlo fare attraverso ciclovie, ciclopiste, cammini”. Ceccarelli giudica importante il lavoro fatto finora, con il quale sono stati individuati “i sei tracciati binari delle ciclovie che attraversano la regione”, anche per “veder nascere progetti promossi dai territori per attrarre un turismo in forte crescita” come appunto il cicloturismo.