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A Città di Castello consiglio comunale sulle dipendenze

A Città di Castello sono oltre 500 le persone affette da dipendenze e che usufruiscono dei servizi pubblici, circa 350 quelle per droga, 13 per la ludopatia, 3 da farmaci e 121 alcolisti: sono questi i dati della relazione del Distretto sanitario sulle dipendenze. I numeri sono stati forniti nell’ultima seduta del Consiglio comunale. Un quadro drammatico, un’emergenza sociale, come testimoniano anche i decessi di giovani e giovanissimi che negli ultimi anni hanno sconvolto il comprensorio. E’ proprio per questo motivo che la massima assise tifernate si è unita sulla necessità di un’iniziativa forte contro le dipendenze, sopratutto giovanili, e ha prospettato un confronto pubblico con tutti i soggetti interessati per conoscere il problema nella sua incidenza locale e individuare percorsi di dialogo, campagne di sensibilizzazione e azioni a contrasto. Il progetto arriva al termine di una lunga discussione che ha preso spunto dal documento presentato dal gruppo Tiferno Insieme, per il quale. il capogruppo Nicola Morini ha ricordato che il fenomeno è sempre più diffuso e problematico e ha chiesto un quadro aggiornato del problema e un’integrazione delle Linee programmatiche con strategie specifiche.

E appunto nello specifico è entrata Luciana Bassini, assessore alle politiche sociali, che a proposito delle strategie ha precisato che «lo strumento giusto è il Piano sociale di zona, perché gli interventi devono avere un livello superiore di coordinamento e dispiegarsi su un orizzonte di medio periodo». Varie le posizioni durante il dibattito: dalla prevenzione, al recupero tempestivo, passando per la creazione di un «movimento a rete» fra struttura sanitaria, amministrazione, famiglia e scuola, fino a un vero e proprio Consiglio comunale aperto con un dibattito a 360 gradi. In chiusura di dibatto  il sindaco Luciano Bacchetta ha definito quest’ultima come “una delle opzioni possibili, purché la seduta sia elastica e permeabile a contributi esterni”. Per il primo cittadino tifernate in ogni caso “il primo strumento da usare è la comunicazione con i ragazzi, che non va mai interrotta, anche quando è difficile”.

 

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