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Crac Banca Etruria, decolla il processo per falso in prospetto

Intoppi all’avvio del processo per falso in prospetto, uno dei filoni giudiziari della complessa vicenda del crac della Banca dell’Etruria: in questo caso sono imputati Giuseppe Fornasari, ex presidente dell’istituto di credito, Luca Bronchi, ex direttore generale, e David Canestri, responsabile del risk management. Prima c’è stata la turnazione del giudice, a questo è poi seguita l’istanza degli avvocati difensori per lo spostamento a Roma per competenza territoriale. Del resto la vicenda è delicatissima e ha il suo perno nel messaggio che l’istituto aretino recapito nel 2013 alla Consob sul tema del collocamento delle obbligazioni subordinate, quelle che hanno portato alla rovina una quantità di risparmiatori.  Il pubblico ministero Julia Maggiore che sostiene l’accusa ritiene che materialmente fu il direttore Luca Bronchi, su indicazione del Consiglio di amministrazione di quel periodo, a stilare il documento poi considerato truffaldino per i risparmiatori. E questa ipotesi di reato secondo il pm comprenderebbe la partecipazione di Fornasari e Canestri. Nel prospetto in questione non risulterebbe individuabile la crisi attraversata in quel momento dalla banca, senza peraltro indicare la rischiosità di quelle obbligazioni. E siccome l’atto fu portato alla sede romana di Consob, l’avvocato di David Canestri, il legale Luca Fanfani, ha sollevato la questione della competenza territoriale, cosa che escluderebbe dal procedimento il Tribunale di Arezzo. Sarà il giudice Stefano Cascone a decidere a questo proposito e lo farà il 3 febbraio. Intanto in aula tre nuovi risparmiatori e anche Federconsumatori, nei suoi tre gradi (aretino, toscano e nazionale) hanno aggiunto le rispettive richieste di costituzione di parte civile, aggiungendosi alla novantina di ammessi a parte civile in udienza preliminare. Sviluppi questi tutti da seghire.

 

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