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Il Fiumicello, gli interventi dell’uomo e l’antico frantoio

Le trasformazioni antiche e recenti che hanno cambiato il volto di una zona che oggi è tra le più popolate di Sansepolcro

L’antico frantoio oggi

L’area che si attraversa percorrendo viale Osimo ha subito un cambiamento radicale nell’ultimo mezzo secolo. Per avere cognizione di ciò è sufficiente visionare l’accostamento di tre foto aeree rispettivamente del 1954, del 1978 e del 2019: dalle immagini si nota che fino alla fine degli ‘70 a dominare su tutto il resto erano gli appezzamenti agricoli, delimitati da poche strade e da corsi d’acqua che oggi, dopo essere stati tombati, non sono quasi più visibili.

Frantoio 1954-1978-2019

Prima della recente urbanizzazione tutta questa porzione del territorio di Sansepolcro era prevalentemente agricola. Questo però non significa che fino a quel momento l’area non avesse subito importanti mutamenti: osservando alcune carte storiche si può infatti rilevare che, sopratutto per ciò che concerne l’idrografia, nel corso dei secoli gli interventi antropici non sono di certo stati pochi, né di piccola entità. Innanzitutto, come si evince dalla “Pianta fatta per servizio del Fiume Tevere” del 1634, originariamente il torrente Fiumicello si univa al Petreto in prossimità dello stadio Buitoni, dove oggi si trova via Leonardo da Vinci. Da qui, il corso d’acqua attraversava prima la zona dove ora sorge il palazzetto dello sport e poi l’intero quartiere delle Forche. Nel momento in cui venne realizzata la carta il tratto del letto del torrente al di là dell’attuale via dei Lorena, verso le Forche, viene già indicato come “vecchio”, di conseguenza si può supporre che tale tracciato sia stato in essere ben prima del 1634.

Fiumicello 1634

Soltanto in un secondo momento il Fiumicello fu interessato da un altro intervento che ne deviò il corso in prossimità del punto in cui viale Osimo si interseca con via Boccaccio (a poche decine di metri da dove ora si trova la Coop): il risultato di quest’opera, che ha definito il percorso che il torrente segue ancora oggi, è ben visibile in una carta del 1815 (“Pianta topografica dell’adiacenze imposte al Torrente Petreto”) indicante sia il vecchio che il nuovo letto. Quest’ultimo consentiva quindi al Fiumicello di anticipare la sua confluenza nel Tevere, evitando che lo stesso potesse unirsi al Petreto. Tale modifica doveva probabilmente servire a gestire meglio gli apporti idrici di due corsi d’acqua che assieme avevano altrimenti una maggiore probabilità di esondare: non a caso la pianta del 1634 sopra citata, fu realizzata il 27 febbraio dello stesso anno per rappresentare la situazione originatasi nell’area proprio dopo un’esondazione del Fiumicello-Petreto.

Fiumicello 1815 vecchio letto

In altre parole, dove oggi si trova viale Osimo, più di due secoli fa, scorreva il Fiumicello, attraversando in diagonale gli appezzamenti agricoli di quest’area: di ciò oggi non rimangono tracce, anche se, come si può notare dalle foto aeree del ‘54 e del ‘78, prima del processo di urbanizzazione l’allineamento degli appezzamenti rendeva ancora visibile la striscia di suolo che contraddistingueva il vecchio letto.

Per quanto riguarda gli edifici storici, l’unica testimonianza degna di menzione, oltre ad una casa colonica poco più a ovest, è sicuramente l’antico frantoio, trasformatosi nel tempo in un piccolo complesso residenziale: seppur parzialmente modificata nel corso degli anni, questa struttura architettonica, di cui rimane traccia nella toponomastica della vicina via del Frantoio, è ancora oggi visibile tra viale Osimo e via Boccaccio (proprio davanti al supermercato). Al momento non è semplice ricostruire la storia di questo edifico, anche se lo stesso in un foglio del catasto preunitario (1825 circa) viene indicato come frantoio. A questo tipo di testimonianze si possono poi aggiungere alcuni racconti di coloro che custodiscono ricordi relativi al periodo degli anni ‘40 e ‘50: a quel tempo lo stabile era ancora conosciuto popolarmente con l’appellativo di “infrantorio” e, nonostante l’impianto molitorio fosse già stato dismesso, per qualche anno le macine rimasero appoggiate alle pareti esterne dell’edificio. In considerazione del fatto che originariamente il Fiumicello passava, come spiegato sopra, proprio innanzi all’antico frantoio, potrebbe essere interessante approfondire le ricerche e capire se un tempo il fabbricato fosse provvisto anche di palmenti attraverso i quali sfruttare l’energia cinetica di un’eventuale diramazione dell’acqua del torrente.

Frantoio 1825

Frantoio foto 2

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