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L’antenna della telefonia lungo la strada del Carmine ad Anghiari

Acceso dibattito in città. Il sindaco: “Procedure regolari, nessun vincolo paesaggistico”

Un’antenna telefonica alta 24 metri lungo la strada che dal centro abitato di Anghiari conduce al Santuario della Madonna del Carmine al Combarbio; per la precisione, in località “la Gattina”. E a quanto risulta, l’operazione sarebbe regolare. Alle polemiche in atto relative alle pale eoliche previste sulla dorsale appenninica al confine fra Toscana ed Emilia Romagna, si è aggiunta quella sul ripetitore della telefonia che presto verrà innalzato nel contesto di una zona paesaggisticamente rilevante, molto frequentata da coloro che amano jogging e semplici passeggiate.

“La zona più bella del territorio di Anghiari che rischia di essere sciupata da un ecomostro”: così ha scritto qualche settimana fa su Facebook l’ex sindaco Danilo Bianchi, che dall’ottobre 2021 è consigliere comunale di minoranza con il “Patto Civico”. Bianchi aveva postato anche delle foto, l’una relativa alla suggestiva visuale che si ammira da quel punto, con Montauto e la Barbolana e l’altra nella quale si vede il basamento dell’antenna con il cemento già gettato. Non vogliamo credere che Bianchi, così come era successo per gli scalini di Porta Sant’Angelo, abbia preso posizione a fini meramente strumentali: l’amore per Anghiari è passato – crediamo – sopra qualsiasi altra ragione, seppure Bianchi abbia diritto di svolgere il proprio ruolo in consiglio e senza dubbio di chiedere lumi su qualsiasi tipo di operazione che abbia una evidenza pubblica. Anche perché in gioco non vi è soltanto l’impatto ambientale, ricordando che 24 metri di altezza corrispondono a un palazzo di otto piani: la salute dei cittadini non è certo una questione secondaria.

Tuttavia, un altro risvolto lo ha inquietato forse più degli altri, laddove si è chiesto: “Il Suap aveva inviato la richiesta al Comune in novembre, per cui sono trascorsi due mesi abbondanti e non riesco a capire il perché, durante questo lasso di tempo, non vi siano state persone messe al corrente dell’operazione e nessuno si sia attivato. Personalmente, mi impegnerò al fine di evitare che l’antenna venga posizionata lì, invitando allora chi di competenza a individuare una soluzione logistica alternativa rispetto a quella di un versante che avrebbe dovuto rimanere incontaminato e che invece è già stato compromesso dalla lottizzazione del 2017, con sei villette previste, delle quali due sono state costruite”. Una valutazione di merito da fare, perché l’iter procedurale è comunque a posto e poi il fatto da lui ritenuto grave e che nessuno è stato informato e nessuno sapeva niente.

A Danilo Bianchi si è accodato l’altro capogruppo della minoranza, Mario Checcaglini di “Anghiari Unita”, chiedendo una sospensione dei lavori che peraltro era già in atto, anche se per un motivo diverso: era stato individuato un vizio formale, consistente nella mancanza di un documento, per cui il sindaco Alessandro Polcri ha deciso di bloccare, in attesa che tutto sia di nuovo a posto. È chiaro che il consigliere Checcaglini abbia chiesto di fare altrettanto ma non in misura temporanea, perché “non venga pregiudicata la possibilità di valutare la scelta di un luogo più idoneo e meno impattante e affinchè, qualora essi concordemente convergano, venga ritenuta inidonea e/o inopportuna l’attuale collocazione, procedendo per l’effetto a sistemare il manufatto in un sito diverso senza alterazioni ambientali ulteriori”. Come dire: ok al ripetitore nel territorio di Anghiari, ma in un luogo diverso da quello. 

Checcaglini aveva poi ricordato le 400 firme raccolte dai cittadini proprio per chiedere una soluzione alternativa per l’antenna, a causa dei prevedibili danni paesistici e sanitari che in quel posto rischierebbe di produrre; non solo: l’amministrazione comunale, avendo tempi ristretti per esaminare la pratica, non avrebbe esercitato il diritto-dovere di indicare collocazioni più consone dell’attuale. Ecco perché anche Checcaglini aveva sollecitato il sindaco Alessandro Polcri a emettere l’ordinanza di sospensione dei lavori.

E qui è arrivata la risposta a sorpresa del primo cittadino: “In quella zona non esiste un vincolo paesaggistico e la fascia di rispetto in ambito sanitario è stata rispettata, per cui la richiesta della minoranza non è da accogliere, trattandosi di un riconosciuto interesse pubblico”. Sulla scelta del posto, anche lo stesso Polcri avrebbe avuto qualcosa da dire, però l’azienda installatrice ha tutte le sue buone ragioni. D’altronde – è stato ricordato – proprio per l’assenza del vincolo paesaggistico è stato possibile approvare anni addietro il progetto di realizzazione delle sei villette in zona. Riassumendo: si sarebbe potuto benissimo optare per un sito diverso, ma la sospensione dei lavori e il trasferimento dell’antenna sono senza dubbio una partita persa, né avrebbe senso alcun tipo di ricorso. 

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