I Finanzieri della locale Compagnia, coordinati dal Gruppo della Guardia di Finanza di Arezzo, nell’ambito dei numerosi servizi svolti in materia di sommerso da lavoro, hanno scoperto, presso un’attività di ristorazione/catering, tre lavoratori impiegati completamente “in nero”, circostanza questa che ha comportato la conseguente sospensione dell’attività.
La normativa di riferimento, infatti, prevede, nel caso in cui si rilevi l’impiego di manodopera irregolare in misura superiore al 20% della forza lavoro totale, che venga immediatamente sospesa l’attività imprenditoriale.
I successivi approfondimenti espletati dalle Fiamme Gialle, attraverso l’uso delle banche dati, hanno fatto emergere, inoltre, che il familiare convivente di uno dei lavoratori “in nero”, residente ad Arezzo, aveva richiesto il reddito di cittadinanza, ottenendo un sussidio di circa 1200 euro, erogati per alcuni mesi del 2019.
In questo caso, il responsabile è stato denunciato alla locale Procura della Repubblica per violazione della normativa sul reddito di cittadinanza, che sanziona, con la reclusione da uno a tre anni, l’omessa comunicazione della variazione del reddito o del patrimonio ovvero della comunicazione di inizio di attività lavorative, da parte dei componenti del proprio nucleo familiare.
Contestualmente alla denuncia, i Finanzieri hanno interessato anche la sede provinciale dell’INPS, per i provvedimenti di competenza, in ordine alla decadenza ed al recupero del beneficio.
L’attività svolta dalla Guardia di Finanza di Arezzo si inquadra tra le attività di polizia economico-finanziaria svolte dal Corpo a contrasto degli indebiti accessi a prestazioni assistenziali, che generano iniquità, minano la coesione sociale e danneggiano i cittadini onesti e tutti coloro che hanno concretamente bisogno di assistenza.