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Boeing si dichiara colpevole nell’indagine sul disastro aereo in cui morirono i coniugi di Sansepolcro

L’azienda non ha rispettato i termini di un accordo trovato nel 2021 dopo due voli caduti in Indonesia ed Etiopia costati la vita a 346 persone

Uno stabilimento Boeing [Foto: Flickr Lamb family (CC BY-SA 2.0)]

Accordo di patteggiamento fra il Dipartimento di Giustizia degli Stati Uniti e la Boeing, che ha ammesso le proprie responsabilità nell’indagine sui due disastri aerei dei 737 Max nel 2018 in Indonesia e nel 2019 in Etiopia, che provocarono in totale la morte di 346 persone. Fra queste, anche i coniugi Carlo Spini e Gabriella Viciani di Sansepolcro, due delle 157 vittime della tragedia in Africa.

L’accordo è stato depositato alla corte distrettuale federale del Texas e spetterà al giudice competente il compito di accettarlo oppure di respingerlo; la nota industria aeronautica ha accettato di dichiararsi colpevole di un’accusa di frode per aver tratto in inganno gli enti regolatori che avevano approvato i velivoli 737 Max prima dei due incidenti e di pagare una multa di 243,6 milioni di dollari per aver violato un accordo giudiziario del 2021. Non solo: a Boeing viene inoltrata la richiesta di investire almeno 455 milioni di dollari in programmi di conformità, qualità e sicurezza.

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La tragedia del 10 marzo 2019

Nella mattinata di quella triste e dolorosa domenica (lo schianto avvenne alle 8.44 ora locale), Carlo Spini e Gabriella Viciani – entrambi di 76 anni e in pensione dopo una carriera professionale da medico il primo e da infermiera la seconda – erano diretti da Addis Abeba a Juba, nel sud del Sudan, dove stavano rifinendo gli ultimi dettagli prima dell’inaugurazione dell’ospedale alla cui realizzazione avevano contribuito; la cerimonia era stata programmata per una decina di giorni più tardi e a Carlo e Gabriella è stata poi intitolata la struttura.

Marito e moglie erano volontari per conto dell’associazione Africa Tremila Onlus, che nello stesso incidente perse anche il suo tesoriere, il bergamasco Matteo Ravasio. Come si ricorderà, passarono diversi mesi prima che si tenesse il funerale dei due biturgensi, amati e apprezzati in città dapprima sul lavoro e poi per questo zelante impegno in favore del prossimo e soprattutto di chi aveva bisogno di servizi essenziali nelle zone meno sviluppate in assoluto.

Il provvedimento che adotterà il giudice sarà comunque una svolta cruciale, destinata magari anche a fare giurisprudenza su casi del genere. Fin dagli istanti successivi alla sciagura, l’obiettivo venne puntato sull’affidabilità e sulla sicurezza dell’aereo; le indagini non fecero altro che confermare la fondatezza dei dubbi relativamente alle criticità del sistema di controllo di volo automatizzato Mcas (preventivo per le situazioni di stallo in aria), che aveva provocato l’incidente a causa di un malfunzionamento. Già nel novembre del 2021, Boeing aveva dichiarato che “il suo software era responsabile della perdita di controllo del volo 302 e che il 737 Max era in una “condizione pericolosa” per volare”.

Per alcuni parenti delle vittime, però, il patteggiamento è una soluzione troppo favorevole a Boeing e quindi i rispettivi avvocati sono al lavoro per portare il tutto in tribunale. I figli di Carlo e Gabriella preferiscono non parlare della questione, anche perché questo è un capitolo della causa fra Boeing e il governo federale degli Usa, che non coinvolge le vittime e quindi i familiari di esse, salvo l’invito rivolto al giudice: è infatti lui ad aver la facoltà di aprire o meno nuovi scenari.

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