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Centro Antiviolenza tifernate: sono già 18 le donne prese in carico da gennaio

Le responsabili del servizio: “Dati preoccupanti”. Al via i corsi di formazione per docenti

I dati del Centro Antiviolenza Medusa di Città di Castello, il servizio che si rivolge agli utenti residenti nella Zona Sociale 1 dell’Alta Valle del Tevere (Citerna, Città di Castello, Lisciano Niccone, Monte Santa Maria Tiberina, Montone, Pietralunga, San Giustino e Umbertide), sono purtroppo lo specchio di una situazione drammatica. Da gennaio 2023 a oggi sono infatti 18 le donne prese in carico dal servizio che sono state avviate a percorsi di protezione e uscita dalle situazioni di violenza e sono 312 le chiamate ricevute dagli operatori, che hanno svolto 143 colloqui, 12 consulenze legali e 8 consulenze psicologiche. Anche per rispondere a questi numeri sempre più preoccupanti, nelle scuole primarie pubbliche e paritarie di Città di Castello ci saranno 100 sentinelle contro la violenza sulle donne.

Grazie alle conoscenze acquisite nei corsi di formazione che il Comune promuoverà a giugno in collaborazione con l’associazione Liberamente Donna, i docenti coinvolti nel progetto potranno riconoscere i segnali di disagio e favorire l’emersione dei casi di violenza attraverso la consapevolezza dei servizi che sono a disposizione nel territorio.

Ieri, martedì 6 giugno, alla scuola primaria di San Filippo, si è tenuta la prima lezione del progetto di formazione rivolto alle insegnanti della scuola primaria del primo e secondo Circolo Didattico di Città di Castello e dell’Istituto Comprensivo Alberto Burri di Trestina, che è frutto del lavoro di confronto con le dirigenze scolastiche nei tavoli di monitoraggio che l’amministrazione comunale tifernate ha istituito a partire dal 25 novembre 2021 in occasione della Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sulle donne.

L’intervento è finanziato dalla Regione Umbria e, in linea le indicazioni del “Piano nazionale per l’educazione al rispetto” del MIUR, si pone l’obiettivo di coinvolgere il mondo della scuola nelle azioni di prevenzione e contrasto alla violenza di genere, offrire strumenti conoscitivi e di intervento, informare sui servizi che sono a disposizione nel territorio.

“L’aumento dei casi di violenza sulle donne in Alta Valle del Tevere ci impone una riflessione e ci impone di agire, andando nelle scuole con un progetto che ha la finalità di sensibilizzare il corpo insegnante e prevenire questa terribile piaga”, ha spiegato l’assessore ai Servizi Educativi e alle Pari Opportunità Letizia Guerri, che ha partecipato al primo incontro formativo insieme alla responsabile comunale del Centro Anti Violenza di Città di Castello Lorenza Scateni, alla presenza del dirigente scolastico del primo e del secondo Circolo Didattico Simone Casucci, della vice dirigente Maria Grazia Bani e del gruppo di circa 20 insegnanti  dei plessi di Rignaldello e San Filippo con cui è partita l’esperienza.

A guidare le docenti nella conoscenza della realtà della violenza sulle donne sono state Elena Bistocchi e Maria Luisa Favitta dell’associazione Liberamente Donna, che hanno spiegato quale ruolo possa interpretare la scuola nell’indispensabile compito di intercettare i segnali di possibili casi di maltrattamenti che possano emergere dalla relazione quotidiana con le mamme e aiutare chi si trovi in difficoltà a rivolgersi ai servizi che sono a disposizione nel territorio. “L’entità dei dati dell’attività del CAV Medusa ha portato la Regione Umbria a raddoppiare l’investimento nell’intervento di sostegno al centro di ascolto di Città di Castello per il 2023”, ha evidenziato la responsabile del servizio Scateni, segnalando come “la formazione delle scuole sia uno degli ambiti di azione sostenuti dall’amministrazione regionale, insieme alla promoziona dell’autonomia economica delle donne in uscita da una situazione di violenza”.

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