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Rapine, spaccio, lesioni, minacce: sgominata baby gang ad Arezzo

Era conosciuta col nome di “Famiglia Montana”: 9 misure cautelari per minorenni tra i 16 e i 17 anni

Sei custodie in carcere e tre collocamenti in comunità. Queste le misure cautelari emesse nella mattinata odierna dal Tribunale dei minori di Firenze nei confronti di nove ragazzi di età tra i 16 e 17 anni, tutti residenti ad Arezzo, ritenuti responsabili di numerosi episodi violenti quali rapine, aggressioni per futili motivi, minacce aggravate, commesse a volte anche con l’utilizzo di armi improprie (coltelli, tirapugni, colli di bottiglia) avvenuti tra il 2021 e il 2022.

Le indagini sono state coordinate dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale per i Minorenni di Firenze, attraverso il Sostituto Procuratore Dr. Filippo Focardi, e condotte dalla Squadra Mobile della Questura di Arezzo e dal Nucleo Investigativo della Polizia Municipale. Questa mattina la Polizia di Stato, unitamente alla Polizia Municipale di Arezzo e con l’ausilio di equipaggi del Reparto Prevenzione Crimine, ha dato esecuzione alle misure cautelari.

L’ordinanza del G.I.P. ha inoltre confermato l’ipotesi investigativa che inquadra la baby gang come “una vera e propria associazione a delinquere caratterizzata da posizioni gerarchiche ben definite e con la possibilità di fare carriera al suo interno”.

Un’associazione rivelatasi estremamente coesa al suo interno, tanto da essere conosciuta come “Famiglia Montana”, denominazione che deriva dal nickname “Montana” che alcuni dei sodali utilizzavano nei social con chiaro riferimento al personaggio cinematografico Tony Montana del film Scarface.

Un’attività coordinata, come testimonia anche il modus operandi ben definito con cui il gruppo conduceva le proprie attività criminali: “la vittima – ha spiegato la Questura aretina – spesso sola e minorenne, solitamente veniva avvicinata con un pretesto per poi ritrovarsi improvvisamente accerchiata dal branco che con violenza si impossessava di telefonini, cuffie o portafogli. Nelle azioni violente ogni componente ricopriva un preciso ruolo: c’era chi attirava la vittima con un pretesto, chi materialmente l’aggrediva, mentre gli altri fungevano da “palo” per avvisare circa l’eventuale presenza delle forze dell’ordine”.

A volte le aggressioni scaturivano per futili motivi anche senza la volontà di impossessarsi di qualcosa, ma al solo scopo di dare sfogo alla violenza o semplicemente per affermare la supremazia territoriale della baby gang in alcune parti del centro storico cittadino. Nello specifico, la zona di Piazza Sant’Agostino, definita più volte sui social come “fottuta piazza”, dove varie aggressioni sono state compiute anche solo per uno sguardo “sbagliato”.

I controlli effettuati sui telefoni sequestrati, hanno inoltre fornito ulteriori conferme agli investigatori circa l’attività di spaccio di stupefacenti del gruppo, già accertata dai numerosi servizi di osservazione effettuati; “dalla visione di alcune chat è emerso addirittura che era stata organizzata una vera e propria spedizione punitiva – aggiunge la nota della Polizia – nei confronti di un clochard con il cane che aveva infastidito la baby gang in Piazza Sant’Agostino, confermando una propensione estremamente violenta del gruppo pronto a vendicare in maniera coesa e compatta l’affronto subito da uno dei sodali”.

Significativa anche l’analisi delle attività della baby gang sui social, con la pubblicazione di numerosi post in cui i giovani venivano riportati travisati, vestiti di nero, con armi e con l’immancabile dicitura 52100 (Codice Postale di Arezzo)  ad indicare il territorio di pertinenza della banda.

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