Ricorre oggi, 31 maggio 2017, l’anniversario della nascita del barone Leopoldo Franchetti, del quale Città di Castello celebra quest’anno il centenario della morte, avvenuta il 4 novembre 1917. Il barone Franchetti, cui è indissolubilmente legata Villa Montesca, nacque a Livorno, appunto il 31 maggio 1847 da una ricca famiglia di commercianti e banchieri ebrei. Il barone il 9 aprile 1900 sposò la giovanissima Alice Hallgarten e a inizio ‘900 i due coniugi si trasferirono a Città di Castello dove diedero vita a un laboratorio, Tela Umbra, nel quale trovarono lavoro 50 operaie, e alle scuole della Montesca e di Rovigliano, frequentate dai figli dei contadini.
Villa Montesca, acquisita dal barone nel 1880, era ormai il punto di riferimento, d’incontro e confronto per un numero sempre maggiore di pedagogisti italiani e stranieri: tra questi spicca Maria Montessori che a lungo fu ospite dei baroni Franchetti. Dopo la prematura scomparsa della giovane moglie, nel 1911, e un’emarginazione dall’attività politica, Leopoldo Franchetti non era più l’uomo forte e determinato che conoscevano tutti. Nella notte fra il 3 ed il 4 novembre 1917, solo nel suo appartamento, decise di togliersi la vita sparandosi con un colpo di rivoltella. Importante fu il testamento del barone Franchetti che, quando fu letto, lasciò tutti stupiti.
Il senatore istituiva erede universale l’Opera Pia Regina Margherita di Roma che, negli anni a venire, avrebbe dovuto garantire, con le rendite del patrimonio ereditato, la sopravvivenza delle scuole elementari e degli asili fondati da Alice e ordinava all’Opera di destinare la villa, con parco e fabbricati annessi, a ricovero temporaneo o vitalizio, di maestre elementari benemerite in difficoltà economiche o cagionevoli di salute e impossibilitate così a guadagnarsi da vivere. Lasciò i poderi della sua fattoria in proprietà ai coloni che vi lavoravano.