Una giovane e brillante orchestra tedesca, la Jugendorchesterder Bayerischen Philharmonie, con Henri Bonamy nella doppia veste di direttore e solista al pianoforte, ha dato il via alla cinquantesima edizione del Festival delle Nazioni dedicata alla Germania, nel concerto di apertura nella Chiesa di San Domenico di Città di Castello. Dopo il breve saluto del presidente del festival Giuliano Giubilei, l’orchestra di Monaco – che con i suoi trentaquattro anni di vita è l’ensemble giovanile con la più lunga tradizione e storia della Baviera – ha aperto il suo concerto on le note dell’Ouverture dal Freischütz (Il franco cacciatore) di Carl Maria von Weber, il padre dell’opera romantica tedesca.
Il giovanissimo Henri Bonamy si è poi prodotto anche come pianista in una limpida esecuzione del Terzo Concerto per pianoforte e orchestra di Ludwig van Beethoven, opera della prima maturità del genio di Bonn, che nella sua visione di rottura con il classicismo fin lì imperante sprigiona nel contrasto solista e ensemble strumentale un’energia e una vitalità del tutto nuove per la sua epoca.
La seconda parte del concerto si è aperta con la Concertante Suite di Heinz Schubert, compositore novecentesco morto in battaglia alla fine della seconda guerra mondiale, un omaggio agli stilemi del Barocco nel quale si è evidenziato il violinismo del solista David Frühwirth.
In chiusura di serata, la Quinta Sinfonia di Felix Mendelssohn Bartholdy nota come La riforma, composta per celebrare i trecento anni della confessione protestante di Augusta, che cadevano nel 1830. Anche in questa complessa partitura l’orchestra giovanile bavarese ha evidenziato le sue principali qualità: fra queste la precisione esecutiva, la pertinenza stilistica, il bell’impasto sonoro e la coesione fra gli strumenti, merito quest’ultimo anche della sagace guida del giovanissimo direttore. Al termine grandi applausi. Il concerto è stato trasmesso in diretta streaming nel Chiostro di San Domenico.
