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“Francesco e Burri. Una povertà regale”: il convegno alla Basilica Cattedrale di Città di Castello

“Ciò che rende possibile avvicinare Burri a Francesco è l’aver abbracciato un emblema di ‘povertà” dichiara il presidente della Fondazione Burri Corà

Si è tenuto sabato 9 novembre il convegno “Francesco e Burri. Una povertà regale”, che si è tenuto presso la Basilica Cattedrale di Città di Castello ed ha attirato molte persone, anche grazie alla presenza del “Sacco” di Alberto Burri, il quale fu utilizzato nel 1969 come fondale scenografico del primo atto del dramma di Ignazio Silone, “L’avventura di un povero cristiano”.

Il convegno ha visto protagonisti in importanti interventi sul tema: mons. Luciano Paolucci Bedini, vescovo della diocesi di Città di Castello; mons. Nazzareno Marconi, presidente della Conferenza Episcopale Marchigiana; Bruno Corà, presidente della Fondazione Palazzo Albizzini Collezione Burri; il Maestro Stefano Ragni, critico musicale e fra Giuseppe Magrino, maestro emerito della Cappella Musicale della Basilica Papale di San Francesco in Assisi, autore dell’Oratorio “La Stimmate”, coordinati da Claudio Tomassucci, presidente della Schola cantorum “Anton Maria Abbatini”.

“Lo spazio sacro della Cattedrale tifernate accoglie questo prezioso incontro che favorisce il confronto tra diversi linguaggi della cultura e le risonanze profonde che ogni animo è capace di ospitare davanti allo splendore della umana povertà.” ha iniziato il convegno con queste parole mons. Paolucci Bedini.

“Nell’opera pittorica del Maestro Alberto Burri i cosiddetti “Sacchi” (1949-1950), realizzati con veri e propri resti di sacchi di juta consunti dall’uso, occupano un significativo periodo degli anni iniziali del suo lavoro, coincidenti con la ricostruzione del nostro Paese e della sua rinascita dopo la catastrofe della Seconda Guerra Mondiale. Ciò che rende possibile avvicinare Burri a Francesco, il ‘Santo poverello di Assisi’, è l’aver abbracciato un emblema di ‘povertà’, veicolo di semplicità e autenticità d’esperienza per una elevazione spirituale.” ha continuato il discorso Corà, il presidente della Fondazione Burri.

“La nostra Città è il primo centro significativo che si attraversa nel percorso fra la Verna ed Assisi. La Verna e le stimmate sono un tutt’uno. Se dunque Francesco stigmatizzato e Città di Castello sono un binomio bene giustificato, appare più difficile gettare un ponte fra Francesco e l’opera di Burri.” ha dichiarato mons. Nazzareno Marconi, che ha poi spiegato l’importanza dell’opera “L’avventura di un povero cristiano” di Silone e il suo legame con la religione cristiana.

Inoltre, domenica 10 novembre alle ore 17 la Basilica Cattedrale ha ospitato il Concerto in onore dei Santi Patroni Florido e Amanzio, “Le Stimmate”. L’opera si presenta come una composizione unitaria che scorre fluida in un profondo e continuo dialogo interiore di Francesco, che sul monte della Verna, in profonda meditazione, chiede a Dio di provare le stesse sofferenze di Cristo Crocifisso.

Il sacco è stato deposto lunedì 11 novembre, con i curatori della Fondazione Burri che hanno dichiarato: ”Il binomio Francesco – Burri, e la sinergia tra Diocesi di Città di Castello e Fondazione Burri, ha raggiunto l’obiettivo: donare ai tifernati, e non solo, un importante momento di riavvicinamento spirituale e culturale sotto il segno artistico e musicale.”

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