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Garibaldi a Citerna, l’omaggio della comunità

Aperta la mostra con l’opera che racconta il passaggio dell’Eroe dei Due Mondi in Altotevere

La cerimonia a Citerna alla presenza delle atuorità e di Vittoria Garibaldi

L’omaggio della comunità di Citerna all’Eroe dei Due Mondi. Venerdì 15 marzo, presso la sala consiliare del borgo altotiberino si è svolta la cerimonia di apertura della mostra dedicata al quadro “Garibaldi e i suoi compagni a Citerna” di Domenico Lambardi. Un’opera che celebra il legame indissolubile tra la famiglia Garibaldi e il comune umbro, che resterà visibile a cittadini e visitatori fino al prossimo 3 novembre.

Tra le istituzioni presenti all’evento, il sindaco Enea Paladino, l’assessore alla cultura di Città di Castello, Michela Botteghi, lo storico locale Gilberto Presenti e Vittoria Garibaldi, pronipote del celeberrimo condottiero. Il primo cittadino ha sottolineato l’importanza dell’evento per il Comune di Citerna, definendolo una serata storica, ricordando altre occasioni tra la famiglia e la comunità locale alla: “Anche Ezio Garibaldi e Erika Knopp, genitori di Vittoria, scelsero il nostro comune per celebrare il loro matrimonio nel 1947”.

Paladino ha quindi espresso un sentito ringraziamento al Comune di Città di Castello per la generosità nel concedere il prestito gratuito del quadro, rendendo possibile l’organizzazione della mostra. Ha inoltre elogiato la presenza di Vittoria Garibaldi, testimoniando il suo impegno nel preservare la memoria storica della sua famiglia. La serata si è conclusa in modo conviviale con un aperitivo garibaldino, organizzato dalla Proloco di Citerna.

garibaldi

Note storiche su Garibaldi a Citerna (24, 25, 26 luglio 1849)

Giuseppe Garibaldi, caduta la Repubblica Romana, era partito da Roma sulla sera del 2 luglio 1849 dirigendosi con le truppe dei suoi volontari verso altre regioni, dove pensava di costituire un governo italiano. Passò per Monterotondo, Poggio Mirteto, Terni, Todi, Orvieto, perseguitato dai francesi. Se ne venne a Montepulciano fino ad Arezzo, dove trovò di fronte le truppe austriache. Qui voleva soggiornare un po’ per ristorare i suoi, affaticati dalla fuga, ma ottenne appena qualche cosa da mangiare: ospitalità non fu loro concessa. Intanto i nemici premevano da ogni parte; per cui Garibaldi imboccò la vallata dello Scopetone che conduce a Città di Castello, e giunto a Ville di Monterchi vi si fermò alcune ore; poi per maggior sicurezza prese rifugio sulle colline di Citerna, «luogo forte per natura e atto alla resistenza se i nemici lo avessero raggiunto ed assalito». D. Ugo Bassi con l’ufficiale Zambianchi andò a Città di Castello con 9 soldati a cavallo e chiese al Gonfaloniere Amilcare Mattiucci 2000 razioni per le truppe garibaldine dirette colà. Le razioni però non furono consegnate per il sopraggiungere degli Austriaci. Cosicché Garibaldi pose la sede del suo Stato Maggiore proprio nel Convento dei PP. Cappuccini. Ivi ricevette una delegazione Castellana, venuta a vedere il tanto celebrato Generale. Erano arrivati da pochi minuti, quando sulla porta del convento si presentò il padre Bassi, il quale con molta cortesia li salutò e domandò loro se fossero Citernesi. Saputo che invece erano Castellani, disse: «Passate pure. Se lo desiderate, vi condurrò dal Generale».

Garibaldi stava dunque con i suoi Ufficiali nel conventino dei PP. Cappuccini, mentre sua moglie Anita andò ospite d’una famiglia Citernese, in una casa, situata presso Porta Fiorentina, che il terremoto del 1917 ha distrutto. Sulla muraglia, di fronte alla casa ora ricostruita resta ancora murata la lapide che nel 1882 Citerna inaugurò a ricordo e che dice cosi:

QUESTO UMILE OSTELLO – ACCOLSE NEL LUGLIO MDCCCXEIX GIUSEPPE GARIBALDI – E LA SUA ANITA – OGGI VI AGOSTO MDCCCLXXXII – IL MUNICIPIO DI CITERNA – POSE QUESTA MEMORIA – E NON AGGIUNGE PAROLA – PER NULLA TOGLIERE ALL’ELOQUENZA – DI TANTO RICORDO.

Tra il 25 e il 26 luglio erano giunti a Città di Castello 800 soldati austriaci e nella notte sul 26 ne erano giunti altri 400 e più ancora se ne aspettavano; mentre da Firenze erano giunti ad Arezzo 5000 Austriaci, dei quali 2000 subito si erano diretti verso le Ville Monterchi, sulle tracce di Garibaldi. Avvennero qua e là alcuni piccoli scontri di piccoli reparti, come sul ponte della Sovara, fra garibaldini e austriaci; i feriti furono ricoverati nella Chiesa di S. Francesco di Citerna. A tali nuove Garibaldi non sapeva che partito pigliare, e tanto per non essere preso alla sprovvista diede ordine di piazzare sul muraglione di Citerna che regge l’antica Rocca verso Monterchi un cannone; ma poi, al pensiero di rimanere accerchiato, tentò di fuggire e ordinò ai suoi di partire. Lasciò così Citerna la notte del 26 luglio, dirigendosi verso Bocca Trabaria, arrivando a S. Giustino all’alba del giorno 27.

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