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La Fondazione Piero esclusa dai contributi statali alle istituzioni culturali

L’ente dedicato all’artista di Sansepolcro rimane fuori dai beneficiari 2024-2026. Confermata invece la presenza dell'Archivio Diaristico di Pieve Santo Stefano

La casa natale di Piero della Francesca, sede dell'omonima Fondazione

Nei giorni scorsi è stato aggiornato lo schema di decreto ministeriale recante la tabella delle istituzioni culturali che saranno ammesse al contributo ordinario annuale dello Stato per il triennio 2024-2026. Con la legge di bilancio 2024 sono stati stanziati 30.290.674 euro (1.594.246 in meno rispetto all’anno precedente) che il Ministero della Cultura utilizzerà per finanziare quelle istituzioni che, senza scopo di lucro, si occupano di promuovere e valorizzare il patrimonio culturale sulla base di un programma triennale, fornendo servizi collegati all’attività di ricerca e documentazione, organizzando mostre, seminari, gruppi di studio, ecc.

Le domande per il rinnovo della tabella dei soggetti beneficiari sono state presentate entro il 30 aprile 2023 utilizzando la piattaforma del Ministero della Cultura: in quell’occasione dalla Valtiberina sono pervenute due richieste, ovvero quella della Fondazione Piero della Francesca di Sansepolcro e quella della Fondazione Archivio Diaristico Nazionale ONLUS di Pieve Santo Stefano. Entrambi tali enti erano presenti nella lista del precedente triennio e ciò aveva consentito loro di aggiudicarsi, tramite tre annualità, rispettivamente contributi per un totale di 116.234,72 e 556.957,92 euro. Sul prospetto del nuovo decreto, su cui proprio in questi giorni si esprimeranno anche le Commissioni Cultura di Camera e Senato, si registra invece un importante cambiamento: mentre l’Archivio Diaristico conferma la propria presenza con un primo contributo annuale di 174.000 euro, la Fondazione Piero della Francesca esce totalmente di scena, pregiudicandosi così la possibilità di mantenere il precedente sostegno statale.

Ancora una volta l’ente pievano riesce dunque a capitalizzare l’egregio lavoro svolto in questi anni, riportando a casa un risultato di grande rilevanza che potrà certamente concorrere a valorizzare ulteriormente il suo prezioso patrimonio archivistico. La stessa cosa non si può certo affermare per l’istituzione che – in rappresentanza di Sansepolcro, Arezzo e dell’Unione Montana dei Comuni della Valtiberina Toscana – si dedica da ormai 34 anni a promuovere attività di ricerca e documentazione sull’opera di Piero della Francesca, dato che la stessa è rimasta esclusa, assieme ad altri nove soggetti, dalla cerchia dei 232 enti beneficiari.

Nella sua negatività questo esito non può che colpire: sopratutto negli ultimi anni, nonostante alcune difficoltà burocratiche e l’uscita di Monterchi, è infatti innegabile che l’ente pierfrancescano abbia provato ad effettuare un indubbio lavoro di approfondimento e promozione culturale, coinvolgendo esperti di primissimo piano e organizzando attività ed eventi di alto livello. Questo però non è bastato ad ottenere un accreditamento che avrebbe indubbiamente potuto favorire un ulteriore rilancio della Fondazione e ciò, in un momento in cui Piero è al centro di progetti di richiamo internazionale (come la ricostruzione del polittico agostiniano a Milano), non può che produrre un certo rammarico. In definitiva, nello scorrere la lunga lista dei soggetti selezionati per i contributi ministeriali una domanda sorge spontanea: come è possibile che un’istituzione dedita allo studio e alla valorizzazione culturale di una personalità come Piero della Francesca non riesca a garantirsi un sostegno adeguato da parte dello Stato?

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