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La Pala di Santa Cecilia “rinasce” in Pinacoteca

Aperto al pubblico il restauro dell’opera reso possibile da Università eCampus tramite l’Art Bonus

Nelle interviste: Francesco Pietro Polidori, Università eCampus; Paolo Pettinari, autore restauro.

Un vero e proprio un laboratorio aperto tra arte e città. È il restauro della signorelliana “Pala di Santa Cecilia”, accessibile al pubblico e reso possibile da Università eCampus, tramite Art Bonus 2023.

L’opera di inizio Cinquecento, collocata originariamente nel convento di Santa Cecilia, che solo grazie alle sue ingenti dimensioni riuscì a sfuggire ai generali napoleonici (che la volevano al Louvre), si trova nella pinacoteca comunale di Palazzo Vitelli alla Cannoniera, dove i visitatori hanno ora la possibilità di vedere dal vivo tutte le fasi del restauro.

Grazie alla collaborazione con il CNR – rappresentato dalla ricercatrice tifernate Francesca Rosi – e l’Università degli Studi Di Perugia attraverso il laboratorio mobile MOLAB dell’Infrastruttura E-RIHS (European research infrastructure for heritage science) è stata avviata una campagna di indagini diagnostiche non invasive con l’utilizzo di strumentazione all’avanguardia, sviluppate dai gruppi di ricerca coinvolti e che permettono di raccogliere dati scientifici senza l’utilizzo di prelievi di materia originale, che sarà di grande apporto alla messa a punto dell’intervento di pulitura, grazie alla conoscenza dei materiali costitutivi e di degrado.

Il completamento dei lavori è previsto entro la tarda primavera, nel frattempo il Comune organizzerà delle visite guidate, anche per bambini, mentre Università eCampus sarà protagonista di una importante campagna promozionale, presentando già a inizio anno i primi risultati.

“Era un intervento necessario, che si rivelerà utile anche per il turismo e l’attrattività di Città di Castello. Siamo molto felici di aver sostenuto questa operazione”, ha spiegato nel corso della presentazione alla stampa, Francesco Pietro Polidori, Università eCampus.

Si tratta a tutti gli effetti di un ‘nuovo Signorelli’. Il restauro, è stato spiegato durante il sopralluogo, sarà decisivo per individuare la mano del Maestro rispetto agli interventi della sua bottega, come si evince anche dalla sua firma, nascosta nei panneggi di uno dei personaggi.

L’assessore alla cultura Michela Botteghi ha ricordato come in questo anno di celebrazioni signorelliane l’amministrazione conti molto sulla possibilità di aprire il cantiere per laboratori didattici e visite guidate aperte al pubblico: “Il restauro della pala di Santa Cecilia diventa un fiore all’occhiello nel percorso di conoscenza e di divulgazione dell’arte di Signorelli che abbiamo intrapreso, per cui è davvero lodevole quanto messo in campo da eCampus, che alla sua storica vocazione formativa ha aggiunto quella di mecenate delle arti”.

Autore dell’intervento di restauro è Paolo Pettinari, anch’egli tifernate e con formazione presso il prestigioso Opificio delle Pietre Dure di Firenze, che ha dichiarato: “Il potenziale di quest’operazione è davvero straordinario; avremo informazioni determinanti sui materiali, sui ‘pentimenti’ e sul disegno preparatorio dell’artista, sui colori che torneranno ad uno stato di brillantezza e intensità mai visto negli ultimi secoli”.

Giuseppe Sterparelli, ideatore del restauro e già curatore del volume “Luca Signorelli a Città di Castello”, sta filmando le varie fasi di lavoro per un futuro documentario e per un catalogo che conterrà i risultati scientifici dell’operazione.

Il cantiere è stato visitato alcuni giorni fa dal Professor Tom Henry, il massimo esperto signorelliano al mondo, che seguirà da vicino i lavori e i risultati che saranno ottenuti grazie a strumenti tecnologici altamente innovativi.

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