Essenzialista nella poesia, come del resto nel carattere e nel modo di fare, che di conseguenza si riflettono nel suo stile poetico, senza dubbio talentuoso. Domenica 7 aprile (appuntamento per le 16.30 nella biblioteca comunale di Città di Castello) presenterà il suo libro “Ali di farfalla”, ma nel frattempo Luisa Fabbri è fresca reduce dalla vittoria nel concorso di poesia di Cefalù per ciò che riguarda la sezione “corto” con “Notte stellata”. Una storia per certi aspetti singolare, quella della tifernate Luisa Fabbri, da sempre appassionata di scrittura e poesia. Lo era fin dai tempi della scuola (oggi è un’attivissima pensionata), grazie all’aiuto di un’amica insegnante di lettere, determinante sotto questo profilo.
Con una proprietà di linguaggio davvero elegante e allo stesso tempo coincisa (nel suo essenzialismo si possono benissimo individuare elementi di ermetismo), riesce a trasmettere le sue emozioni attraverso la forza della spontaneità, dote che per lei è un’autentica guida. La natura è il suo ambito preferito, la “melanconica armonia” citata nella biografia è lo specchio della sua vita interiore. Eppure, tutto questo ha in un certo senso “faticato” nel venir fuori, all’indomani di una vita professionale lontana dall’ambito della scuola e della cultura. “Colpa” del Covid-19 – si dirà – e in effetti la battuta calza a pennello.
“Da quattro anni a questa parte – dice Luisa Fabbri – è come se si fosse finalmente liberata la mia irrequietezza. Sentivo che mi mancava un qualcosa di mio e ora ho imboccato la strada giusta. Ho cominciato a entrare in contatto con poeti e scrittori, poi un giorno mi trovo lungo il percorso del Tevere, vicino alla sede del Canoa Club e mi chiama uno di questi poeti, incitandomi a scrivere qualcosa: già la sera, quindi, avevo composto quattro strofe dedicate al nostro grande fiume. Da questo momento è iniziato un lungo divenire, che mi ha portato a frequentare gruppi poetici di tutta Italia. Il periodo del lockdown si è rivelato alla fine fondamentale per questa sorta di “esplosione”, frutto anche della mia curiosità. Oltre che comporre poesie, ho avvertito anche il bisogno di scrivere e nel mio cammino si sono inserite altre persone”.
Una figura chiave è stata Vincenzo Acquaviva, scrittore di Salerno che l’ha stimolata, pubblicando un libro nel quale le liriche della Fabbri sono assieme a quelle di altre poetesse e incanalando la tifernate sul filone dell’essenzialismo. “Ho poi frequentato il gruppo del poeta Angelo Jof Manno – ricorda la Fabbri – e commentavo i suoi scritti, poi ho continuato a scrivere su ispirazione che mi hanno dato la natura e i dipinti. Ciò che mi trasmettono entrambi diventa la mia forma di comunicazione”. E si arriva alla silloge “Ali di farfalla” dell’ottobre 2023, pubblicata grazie a Luciano Zampini, il quale ha un gruppo poetico che fa anche contest e proprio i contest hanno visto la Fabbri collezionare un secondo e un terzo posto.
Domenica 7 aprile, in occasione della presentazione del volume (il cui titolo è sintomatico del desiderio di stare in alto e di volare sopra l’infinito supera ogni altra logica), Luisa Fabbri potrà contare su un relatore e un interprete speciale delle sue opere: Valter Meloni, poeta dell’anno 2022 e autore della poesia dell’anno 2023. “Un obiettivo raggiunto, il primo coronamento di un percorso, la gratificazione di un lavoro che rappresenta con la poesia la mia vivacità interiore”, ha concluso Luisa Fabbri.