Ha atteso per anni il suo ritorno, con anche qualche timore poi fugato. E nel frattempo, la sua dimora storica è stata adeguatamente risistemata. Stiamo parlando della Deposizione, il dipinto realizzato quasi 500 anni fa che costituisce la testimonianza tangibile e forte della presenza a Sansepolcro del Rosso Fiorentino, nonché uno fra i pezzi più pregiati in assoluto del patrimonio artistico che la città conserva.
“Il ritorno dell’opera rappresenta un grande evento per l’amministrazione comunale e per l’intera comunità”. Così Fabrizio Innocenti, sindaco di Sansepolcro, a pochi giorni dalla ricollocazione della “Deposizione di Cristo” dipinta dal Rosso Fiorentino nella chiesa di San Lorenzo. L’appuntamento è fissato per giovedì prossimo, 21 marzo, alle ore 12. Il dipinto, sottoposto ad accurato restauro da parte dell’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, torna finalmente nella sua sede originaria, che nel frattempo ha ultimato i lavori di riammodernamento che l’hanno riguardata.
La cerimonia di giovedì prossimo prevede i saluti del vescovo diocesano Andrea Migliavacca; di Emanuela Daffra, soprintendente dell’Opificio delle Pietre Dure e di Gabriele Nannetti, soprintendente archeologia, belle arti e paesaggio per Arezzo-Siena-Grosseto. “Si tratta indubbiamente di una splendida realtà – ha dichiarato il sindaco Innocenti – quella di poter nuovamente ammirare l’opera del Rosso Fiorentino alle nostre latitudini. Colgo l’occasione per ringraziare la diocesi, il costante impegno di monsignor Giancarlo Rapaccini e il generoso contributo delle associazioni cittadine. Anche il Comune ha fatto la sua parte, destinando la somma di 15mila euro per la corretta illuminazione del dipinto.
La Deposizione del Rosso Fiorentino sarà così nuovamente fruibile in tutta la sua bellezza e nel suo fascino evocativo, un arricchimento ulteriore al prezioso patrimonio artistico che custodiamo in città e che fa parte del nostro museo diffuso”. Ricordiamo che la Deposizione di Sansepolcro (il Rosso Fiorentino è autore anche di quella conservata a Volterra) era stata dipinta nel 1527 proprio per la chiesa di Santa Croce, oggi appunto San Lorenzo; l’artista al quale venne commissionata l’opera era in origine Raffaellino del Colle, il quale volle di proposito girare l’incarico per fare in modo che a Sansepolcro rimanesse un ricordo di questo apprezzato artista che in quel periodo alloggiava in zona dopo essere fuggito al Sacco di Roma.