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Un labirinto di riflessi ricco di sorprese: Simon Berger a Sansepolcro

Il “martello su vetro” dell'artista svizzero per una mostra di rara originalità e bellezza inaugurata al Museo Civico

Simon Berger e la curatrice Sandrine Welte al Museo Civico di Sansepolcro

“Un artista unico”, lo ha definito il sindaco Fabrizio Innocenti, e in effetti le opere di Simon Berger si distinguono sia per l’originalità e l’estrema complessità della tecnica – martello su vetro – sia per la sorprendente bellezza del risultato. L’effetto è valorizzato al meglio dall’allestimento curato da Sandrine Welte e Pasquale Lettieri, che tra giochi di luci e riflessi e l’installazione di un vero e proprio labirinto sono stati in grado di esaltare le caratteristiche dei ritratti sapientemente realizzati dall’artista svizzero.

Le porte della percezione – questo il titolo della mostra ospitata al Museo Civico di Sansepolcro – è un percorso che lega Berger alla città partendo dalla figura di Aldous Huxley, il grande scrittore britannico che ebbe un ruolo decisivo nel divulgare l’opera di Piero della Francesca. Ed è proprio Piero che, in modo del tutto inatteso, accoglie il visitatore all’uscita del labirinto in cui ci si immerge al centro della sala che ospita l’esposizione. Il legame tra Sansepolcro e Simon Berger – che ha 47 anni e vive nel Canton Berna – è stato inoltre immortalato dal fatto che l’artista ha lavorato per una settimana all’interno del Museo stesso, cui ha fatto dono dell’opera realizzata in loco, dal titolo Eyes of Perception.

Simon Berger e Sandrine Welte

La mostra sarà visitabile negli orari di apertura del Museo Civico fino al 30 settembre. Il taglio del nastro si è svolto questa sera al termine di una cerimonia durante la quale sono intervenuti gli organizzatori Ugo Agostinelli e Cris Contini, il sindaco Innocenti, l’assessore alla cultura Mercati e la curatrice Sandrine Welte, che ha raccontato con trasporto il significato dell’allestimento. Poche le parole aggiunte da Berger anche quando ha avuto la possibilità di parlare in tedesco: schivo e riservato, evidentemente preferisce esprimersi nella maniera che padroneggia alla perfezione, ovvero tramite la propria arte e il proprio stupefacente martello.

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