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Protesta degli agricoltori, mobilitazione anche in Valtiberina

Questa mattina la manifestazione indetta dalla Cia a Venturina Terme

Serena Stefani, presidente CIA Arezzo

Si svolge questa mattina a Venturina Terme, nel comune di Campiglia Marittina (Livorno), una manifestazione di sensibilizzazione sui disagi e le difficoltà del settore agricolo. L’appuntamento di oggi, organizzato dalla Confederazione italiana agricoltori (Cia), coinvolge agricoltori e allevatori dell’intero Centro Italia e vede presente una nutrita delegazione proveniente dalla Valtiberina. A guidarla Marcello Polverini, che oltre ad essere membro del consiglio comunale di Sansepolcro è titolare di un’azienda agricola e fa parte dell’esecutivo provinciale aretino della Cia.

L’iniziativa punta a sostenere una piattaforma che l’associazione di categoria ha già illustrato a sindaci, consiglieri regionali e parlamentari del territorio e che sarà poi presentata al governo regionale e quello nazionale. Tra i principali problemi evidenziati i costi di materie prime e carburanti, i danni all’agricoltura provocati dalla fauna selvatica, la poco efficace gestione della risorsa acqua a scopo irriguo, l’urgenza di misure adeguate a sostenere i territori più fragili e i settori in maggiore difficoltà.

Lo sottolinea Serena Stefani, eletta il mese scorso alla presidenza della Cia di Arezzo: “C’è preoccupazione sia per i costi elevati dell’energia e dei concimi, che sono diventati insostenibili, sia per una nuova pandemia, la peste suina, che se dovesse arrivare nel nostro territorio impatterebee non sono nella suinicultura, ma in tutto il settore agricolo. Occorre inoltre – aggiunge Stefani – una politica attenta a portare l’acqua alle imprese agricole a prezzi sostenibili, per permettere alle nostre aziende di aumentare le produzioni e fare anche fronte ai forti cambiamenti climatici che impattano anche nel territorio aretino”; e preservare “la nostra montagna con leggi che riescano a valorizzare la permanenza dell’impresa agricola come valore sociale ed economico e come tutela di un territorio così fragile”.

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