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“Lavoriamo per un piano straordinario per Montedoglio”

La presidente del Consorzio di bonifica a Pieve: “Rete irrigua, sottoporre con forza la questione al Governo”

La presidente del Consorzio di Bonifica Alto Valdarno Serena Stefani a Pieve Santo Stefano

A margine della conferenza stampa di presentazione degli interventi del Consorzio di bonifica Alto Valdarno nel territorio di Pieve Santo Stefano, è stato affrontato l’annoso tema dell’utilizzo dell’acqua dell’invaso di Montedoglio. “Viviamo un paradosso pazzesco – ha detto la presidente dell’ente Serena Stefani – perché abbiamo il più grande invaso dell’Italia centrale, che serve ormai un territorio vastissimo, e abbiamo anche qui in Valtiberina aziende agricole disposte a investire che hanno bisogno dell’acqua. La rete di distribuzione ha un sistema fantastico, con i laghetti di compenso posti in alto per cui l’acqua arriva senza bisogno di motori e di inquinamento, ma le aziende vedono l’acqua e non ne possono usufruire”.

Per Stefani “c’è bisogno di uno sforzo collettivo che parta dal territorio” e arrivi a sottoporre “con forza” la questione al Governo centrale, “perché non è più possibile pensare che dopo 40 anni dalla costruzione della diga questi territori siano ancora senz’acqua”. Il tema “è stato attenzionato anche dall’Anbi nazionale”, l’associazione che riunisce i consorzi di bonifica italiani: “Ci stiamo lavorando – ha concluso Stefani – perché vogliamo chiedere al Governo un piano straordinario per Montedoglio per completare le reti irrigue e finalmente servire questo territorio”.

Anche il sindaco di Pieve Santo Stefano Marcelli ha parlato di Montedoglio sottolineando gli effetti benefici sull’invaso degli interventi effettuati sul Tevere a monte. Per il primo cittadino sono quindi “il comune di Pieve e il Consorzio di bonifica a preoccuparsi di dare lunga vita al lago di Montedoglio, quando all’interno del suo perimetro nessuno si sogna di tagliare le piante. Sarei contento se avessi come interlocutore il Consorzio anche per quanto riguarda Montedoglio, e sto lavorando per questo”, ha detto ancora Marcelli rivolgendosi direttamente a Stefani.

Il sindaco di Pieve ha inoltre informato di aver scritto al commissario straordinario contro la siccità Nicola Dell’Acqua: “Visto che ora il lago scenderà un’altra volta in maniera consistente – ha riferito Marcelli – gli ho chiesto formalmente di intervenire per la ripulitura dei sedimenti, perché si potrebbero recuperare centinaia di migliaia di metri cubi di invasamento. È giusto ragionare di servire gli agricoltori in maniera puntuale e senza sprechi, ma è giusto anche ragionare su un territorio che ha donato la sua pianura e che vede l’abbandono dell’invaso. Non della diga, che è ben curata, ma dell’invaso”, ha affermato infine il primo cittadino pievano.

Gli interventi

Varia la tipologia di interventi programmati nel territorio di Pieve Santo Stefano e descritti in conferenza stampa. Si tratta di opere di contenimento della vegetazione per 110 mila euro su 6,5 chilometri complessivi lungo Tevere, Ancione e Colledestro; altri 65 mila euro sono destinati a interventi di taglio e ripristino di alcuni tratti del Tignana tra Aboca e Madonnuccia e del Tevere tra Pian di Guido e Balsaccia; infine, 60 mila euro riguardano il recupero di opere idrauliche sul Tevere a Bulciano – da cui ieri mattina è stata trasferita la fauna ittica e dove verranno ripristinati gabbioni e deflettori e ricostruita una sponda in profonda erosione – e sul Fosso del Ranco nei pressi del centro storico.

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