In inglese l’espressione “In your shoes” traduce il detto italiano “se fossi nei tuoi panni”. Niente come condividere un abito o un capo d’abbigliamento può farci sentire nella condizione del prossimo. Con questo spirito è nato il progetto InYoursShoes, lanciato nel 2017 da un gruppo di ragazzi e ragazze a Roma, il quale punta a raccogliere calzature da running e da trekking usate per poterle consegnare a chi ne ha più bisogno e donargli così una seconda vita. Il collettivo nasce da un’esperienza in Africa, più precisamente in Kenya, con l’intento di distribuire calzature alle popolazioni svantaggiate del terzo mondo, le quali devono percorrere chilometri a piedi in aree impervie e prive di collegamenti. Di recente è stato lanciato un nuovo progetto, i cui destinatari saranno gli sherpa nepalesi che, pur vivendo in condizioni economiche precarie e disponendo di attrezzatura non avanzata, scalano ogni giorno e guidano gruppi di persone attraverso le cime più alte del pianeta.
La filosofia di InYourShoes è presto spiegata nel loro sito web: “Supportiamo i sogni di chi vuole diventare un campione. Era il 2017 al termine della maratona di Roma quando Francesco Grimaldi, con l’aiuto di Giordano Bravetti, decise di raccogliere le scarpe da corsa dei propri compagni di squadra per portarle in Kenya, la terra dei maratoneti. Prese le scarpe, ci scrisse sopra il nome del donatore e partì per l’Africa. Una volta in Kenya si rese ben presto conto che un paio di scarpe lì rappresentavano molto più che uno strumento di allenamento, lì quelle scarpe avrebbero potuto cambiare la vita di migliaia di persone, di famiglie, di villaggi, e di comunità intere. Da allora, Francesco e il suo team si recano annualmente in Kenya per supportare coloro che dedicano la propria vita all’atletica per costruirsi un futuro migliore. È nato così il progetto “Ai confini del mondo”, con lo scopo di supportare le comunità di sportivi nei Paesi in via di sviluppo, in tutto il mondo. Quei Paesi che, come il Kenya, eccellono in una disciplina sportiva. Il 2023 è stato l’anno del Nepal e degli sherpa, e sono già pronte le prossime spedizioni per supportare i pugili cubani, i velocisti giamaicani e i rugbisti fijiani. Siamo partiti con 44 paia di scarpe da corsa, oggi siamo una realtà internazionale che aiuta ed incoraggia chi ha deciso di mettersi in gioco per diventare un campione”.
Un’idea che accorcia le distanze e annulla le differenze etniche, di lingua e di provenienza, nella quale anche la piccola Valtiberina si erge come centro (di raccolta). Il piccolo negozio Campo Base, recentemente aperto dall’imprenditrice Alessandra Cheli nell’area di Santa Fiora del Comune di Sansepolcro, è ad oggi l’unico luogo in cui è possibile lasciare le proprie scarpe usate, che dopo aver seguito i nostri passi potrebbero sostenere quelli di qualcun altro. Campo Base è un’attività di vendita al dettaglio di articoli “da montagna”, ma in generale un luogo adatto per tutti gli appassionati di escursioni, cammini dentro la natura, hiking, trekking e running.
L’idea, nelle parole di Alessandra, è stata semplice ma azzeccata: “Chi pratica abitualmente queste attività si ritrova spesso a dover possedere numerose paia di scarpe, le quali si consumano e occupano spazio in casa. Chi è appassionato, spesso compra anche più di un paio all’anno per avere sempre modelli diversi e performanti. Attraverso questo sistema, il cliente può entrare nel negozio e lasciare il proprio usato (pulito e in buone condizioni) e, se lo desidera, rinnovare il proprio equipaggiamento con un risparmio di spazio e di tempo, e facendo anche qualcosa di buono per qualcuno”. Il negozio, va specificato, non trae beneficio economico da questa attività, ma se si può fare qualcosa di utile per gli altri non ci si deve tirare indietro.
I punti di raccolta, si diceva, sono l’arco di volta del progetto: il collettivo necessita infatti, per ottenere più scarpe possibile, sia della collaborazione di un pubblico ampio, che di intermediari che facciano da filtro, in modo tale da non ricevere prodotti fallati o logorati dal tempo. In un luogo come la Valtiberina, noto in tutta Italia per i percorsi naturalistici e i cammini di montagna (a cui Progetto Valtiberina ha intitolato anche il proprio Festival dei Cammini di Francesco), ci sono molte persone in grado di contribuire. Basti pensare che, oltre a Campo Base, il punto di raccolta più vicino è sito nel Comune di Rimini.
Campo Base è entrato nel progetto InYourShoes per specifica iniziativa della titolare: “Li ho contattati io, li seguo su Instagram e ammiro quello che riescono a fare – afferma Alessandra –. Ho deciso di chiamarli per capire se fossero interessati a una collaborazione o se avessero bisogno di un punto di raccolta, e ho ricevuto subito una risposta entusiasta dal fondatore dell’organizzazione. Loro hanno bisogno di punti di raccolta, anche perché la nostra funzione è anche quella di aiutarli nel filtro delle scarpe. L’obiettivo attuale è quello di raccogliere scarpe da trekking per poi spedirle in Nepal”.
La collaborazione è iniziata solo pochi giorni fa, ma è già stato consegnato il primo paio di scarponi da montagna usati. Un luogo e un tempo quantomai appropriati: essendo in periodo natalizio, donare è più bello che ricevere.