Caso color Glass, alcune precisazione dell'azienda
Color Glass con una nota firmata dall’avvocato Michela Paganelli interviene sugli ultimi sviluppi e lo fa per chiarire alcune questioni interne alla vicenda dopo il dibattito che si è tenuto nel recente consiglio comunale a Città di Castello.
La prima risposta è a quei consiglieri che erano intervenuti sul fatto che mai fossero stati fatti dei controlli sul materiale smaltito dall’azienda al centro di Trestina:
«Color Glass non "smaltisce" né ha mai "smaltito rifiuti in mezzo all’abitato di Trestina_ precisa l’avvocato _ ma svolge attività di recupero del prodotto "Ossido di Titanio" da rifiuto non pericoloso, quindi non da biossido di titanio».
Altro chiarimento sulla « composizione dei materiali in entrata che è tutt’altro che "materia oscura", trattandosi di materiali da sempre sottoposti a sistematiche e documentate attività di controllo da parte delle Autorità Competenti, nonché monitorati e analizzati sia dal produttore che da Color Glass».
Quanto alla legislazione europea, Paganelli precisa che «ci si riferisce alla classificazione della sostanza "biossido di titanio" nella sua forma cristallina e in determinate dimensioni particellari, che nulla hanno a vedere con il materiale - nel caso di specie - oggetto di recupero il cui impiego, trovandosi allo stato di idrossido, è e rimane pienamente consentito.
La Regione inoltre non ha chiesto a Basell di produrre alcuna "relazione dettagliata sulla tipologia del materiale che compone il rifiuto", ma solo e chiare e dettagliate specificazioni che l’azienda è in grafo di fornire.
Ed anche in relazione al campione - da parte dell'Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale , ci si riferisce a quanto previsto «non già per la sola Color Glass ma, a far data dal 03/11/2019, per tutti i soggetti istanti», conclude l’avvocato Paganelli in una nota inviata in questi giorni.